Il MOSE e la lenta agonia della Laguna di Venezia: l’allarme di Luana Zanella 

Il sistema MOSE, concepito, secondo i suoi sostenitori, per proteggere Venezia dall’acqua alta, si sta rivelando sempre più una minaccia per l’ecosistema unico della laguna. È quanto emerge dall’interrogazione parlamentare presentata oggi dalla deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella, al ministro dell’Ambiente, in cui si denunciano i danni crescenti causati dall’attivazione del sistema di dighe mobili.  

La laguna di Venezia, la più grande del Mediterraneo, è un ecosistema fragile, caratterizzato da habitat unici come le “barene”, isole piatte e semi sommerse protette dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE), e da una straordinaria biodiversità. Tuttavia, questi ambienti sono sempre più minacciati. Come gli ambientalisti hanno sempre denunciato, il MOSE, progettato per fronteggiare le maree eccezionali, sta alterando gravemente gli equilibri lagunari:  

Chiusura della laguna e riduzione della sedimentazione
L’attivazione delle paratoie interrompe il flusso naturale tra laguna e mare, fondamentale per il ricambio delle acque e la sedimentazione. Questa dinamica, necessaria per il mantenimento delle barene, risulta compromessa, accelerando la loro erosione.  

Effetti sulla biodiversità
L’interruzione della continuità ecologica impedisce a molte specie di spostarsi liberamente, con gravi ripercussioni sulla fauna e sulla flora locali. L’intera laguna è designata come Zona di Protezione Speciale nell’ambito della rete Natura 2000, ma il valore di questa designazione sembra scontrarsi con le conseguenze di un’opera ingegneristica che ha trascurato fin dall’inizio gli aspetti ambientali.  

Subsidenza e innalzamento del livello del mare
Venezia non solo subisce l’innalzamento del livello marino, accentuato dai cambiamenti climatici, ma deve anche fronteggiare il fenomeno della subsidenza, che ha già abbassato il suolo di oltre 12 cm tra il 1950 e il 1970. La combinazione di questi fattori rende le alte maree sempre più frequenti e drammatiche, come dimostrano i 79 episodi di acqua alta superiori agli 80 cm registrati nei primi quattro mesi del 2024.  

Zanella avverte che il sollevamento delle paratoie, oggi previsto a 110 cm anziché 120, sarà presto necessario con frequenza sempre maggiore, finendo per bloccare quasi stabilmente la laguna. Questo scenario, già paventato dagli scienziati, causerà un deterioramento irreversibile dell’ambiente lagunare.  

Serve una nuova strategia per salvare Venezia e la laguna
“Il MOSE è diventato simbolo di una visione miope e insostenibile”, denuncia Zanella. “Serve una revisione urgente delle misure di gestione della laguna che metta al centro la tutela ambientale e un modello capace di conciliare la sicurezza della città con la protezione della biodiversità”.  

Le soluzioni dovranno considerare non solo il contenimento delle maree, ma anche la rigenerazione degli habitat lagunari e il ripristino della continuità ecologica. Senza un cambio di rotta, Venezia rischia di perdere non solo la sua bellezza, ma anche la sua anima ecologica, lentamente uccisa da scelte scellerate e non sostenibili.  

L’interrogazione di Luana Zanella rappresenta un appello alla responsabilità politica e ambientale. Ora spetta al governo dimostrare che il futuro della Serenissima può essere compatibile con quello del suo fragile ecosistema.  

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