“Con il precedente bando regionale in materia di sicurezza stradale la montagna, come è ormai noto, partorì il topolino: infatti, a fronte delle aspettative dei sindaci che impiegarono risorse umane e finanziarie per partecipare al bando, alla fine della fiera il numero degli ammessi ai finanziamenti fu assai risicato: solo 79 su 309, un misero 26%. In pratica, 301 su 309 avevano le carte in regola per accedere ai finanziati in materia di sicurezza stradale, nonostante i progetti presentati dagli enti territoriali fossero perfettamente aderenti ai requisiti fissati dal bando. Cose che accadono, si dirà. Certo, sono cose che accadono se, come fa la Giunta Zaia, si decide di finanziare la sicurezza stradale con le briciole, lasciando il 74% dei sindaci a bocca asciutta.
Sono cose che però non dovrebbero accadere se si pensa che il parametro prioritario e, dunque, l’obiettivo del bando era di porre un argine alla incidentalità in alcuni tratti stradali maggiormente interessati, quelle strade che, come riporta giornalmente la cronaca, sono sede e causa di incidenti stradali, a volte purtroppo mortali, che vedono coinvolti anziani e ragazzi.
Per questi motivi, giovedì 16 gennaio in Commissione Ambiente abbiamo proposto un approfondimento per capire quanto siano costati in termini di incidenti, feriti e vite umane questi mancati finanziamenti dei 222 progetti dei sindaci. Sono infatti mancati investimenti che incidono notevolmente in termini di prevenzione collettiva.
Nulla ci distoglie dal pensare che l’esiguità di risorse finanziarie per sostenere il precedente bando dipenda anche da un errore che andiamo denunciando da anni e che continua a drenare risorse di bilancio: si tratta dell’errore in cui è incorso Zaia quando il 7 marzo 2017 approvò il Terzo Atto Convenzionale della Superstrada pedemontana veneta: un Moloch che fino al 2063 divorerà le risorse regionali che potrebbero essere destinate a sostenere politiche utili per la cittadinanza, quali, appunto, quelle destinate al sostegno dei progetti degli enti locali in materia di sicurezza stradale.
Denunciamo, inoltre, la gravissima assenza oggi in commissione Ambiente dell’assessora De Berti, alleata di Zaia nelle scelte che hanno riguardato la SPV. Ciò non ci ha distolto dal chiedere che nel prossimo bando, sottoposto giovedì 16 gennaio al parere della commissione, il punteggio per il criterio della sinistrosità venga aumentato consentendo a chi ha più incidenti una maggior possibilità di portare a casa il finanziamento, e che il tetto minimo per i progetti passi da 100.000 a 50.000, e il tetto massimo dei 1.200.000 passi a 1.500.000. Coi soli 10 o 15 milioni di euro che intendono mettere a bando si coprono solo circa 50 progetti.
Si dirà: sono cose che accadono. Certo, sono cose che accadono se, come dimostrano i fatti e i numeri, la visione in tema di sicurezza stradale è obnubilata da opere come la SPV e la Treviso Mare.” Lo dichiarano i Consiglieri regionali di Europa Verde, Andrea Zanoni e Renzo Masolo.