Interrogazione al ministro della Salute
Roma, 24 GEN. “L’introduzione della figura dell’“Operatore Socio-Sanitario (OSS) strumentista” presso l’ospedale pubblico di Padova va ripensata, compromette il benessere psicofisico dei lavoratori e la sicurezza dei pazienti”. E’ quanto chiede la capogruppo di AVS alla Camera Luana Zanella la quale spiega che “di recente l’ospedale di Padova ha avviato un corso interno per formare OSS come strumentisti in sala operatoria, con l’obiettivo di far collaborare queste figure con il personale infermieristico. Da diverse parti sono state sollevate preoccupazioni, poiché l’assegnazione agli OSS di attività tecniche e sanitarie nelle sale operatorie pone queste figure al centro del processo delicato di cura del paziente, in tutta evidenza si tratta di responsabilità rilevanti, affidate attraverso un percorso formativo di sole 200 ore, rivolto esclusivamente a volontari OSS, che lascia aperti seri interrogativi in termini di legittimità, efficacia e sicurezza. Questa iniziativa si inserisce in un contesto segnato da carenze contrattuali e difficoltà strutturali ma non è questa la risposta: non si può paragonare il corso di breve durata svolto dagli OSS ai percorsi universitari post-diploma e ai master specialistici richiesti agli infermieri per la sala operatoria. La discrepanza formativa e la mancanza di esperienza potrebbero aumentare i rischi di errore, mettendo a repentaglio la sicurezza del paziente e degli stessi operatori. Insomma, gli OSS non possono essere trasformati in una soluzione universale per tamponare la carenza di infermieri, assumendo responsabilità di livello superiore senza alcun riconoscimento economico, giuridico o professionale. Chiediamo pertanto che l’ospedale di Padova rinunci a questa iniziativa”, conclude Zanella.