Roma, 7 mar. “ Introdurre il reato di femminicidio nel nostro ordinamento, come si accinge a fare oggi il Consiglio dei Ministri, è ormai una sorta di ‘atto dovuto’, un percorso maturato in questi anni di lotta alla violenza maschile contro le donne. Capiamo il suo senso simbolico in occasione dell’8 marzo, ma occorre essere molto chiare: la vita delle donne si salva prevenendo l’atto di violenza, prima ancora che reprimendo il gesto. Senza l’educazione affettiva e sentimentale nelle scuole, che dia forma al rispetto del corpo femminile, fino a fare del suo oltraggio un tabù, è un percorso ineludibile senza il quale ogni approccio securitario sarà insufficiente, così come sono essenziali la formazione di forze dell’ordine, magistratura, operatori e operatrici sociali e il finanziamento dei centri antiviolenza“. Così la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella.